Il progetto è lo sviluppo e l’attualizzazione de “L’Università che vorrei” che avviamo nel 2010 attraverso la costruzione di un manifesto, di un serie di presentazione a convegni e seminari e all’applicazione in diverse università e corsi di laurea.
Tra questi il seminario “L’università che vorrei. Strategie e tools per l’università 2.0” (link – permalink) realizzato allo SMAU di Milano proprio nel 2010 insieme ad IWA – International Webmasters Association.
La nuova edizione riprende i principi fondanti ma indaga su quelle che possono essere le migliori soluzioni per creare una università più inclusiva, rispondente alle esigenze di studentesse, studenti, docenti, del mondo della ricerca e del lavoro.
Il manifesto delle lezioni universitarie (Vers. 1.0) – 2010
La riforma dell’Università non arriva da decenni. È il momento di passare all’azione, subito e senza incidere sui bilanci della università.
Il manifesto è un patto tra studenti e docenti per migliorare il funzionamento e l’apprendimento utilizzando le nuove tecnologie dell’informazione.
Le conoscenze cambiano e si trasformano in tempo reale e servono strumenti immediati, economici e sociali.
Questo manifesto è aperto alla discussione e al miglioramento.
I docenti che lo sottoscrivono si impegnano a rispettare le regole e a diffondere il manifesto stesso.
Gli studenti hanno il compito di verificare, diffondere e far applicare il manifesto.
1. Lo studente è al centro dell’università. Ogni progetto, ogni azione devono essere orientati al raggiungimento dell’obiettivo fondamentale: dare e ricevere conoscenza e costruire competenze.
2. Le lezioni devono essere stimolanti, interessanti, utili. I contenuti delle lezioni, i materiali, i testi devono essere aggiornati e costituire lo stato dell’arte della disciplina stessa.
3. L’università deve garantire l’accesso gratuito ed efficiente alla rete internet.
4. Le nuove tecnologie per l’apprendimento devono essere utilizzate in forma intensiva. Spetta al docente individuare le modalità migliori per l’insegnamento e la diffusione della conoscenza.
5. Il sapere non aumenta se non è condiviso. Devono essere utilizzati tutti gli strumenti a disposizione per favorirne la diffusione.
6. I materiali didattici e di studio devono essere gratuiti e diffusi attraverso strumenti liberi e gratuiti. I docenti metteranno a disposizione degli studenti slide, testi, video e podcast in modalità Creative Commons.
7. I software e gli ambienti utilizzati dovranno privilegiare i prodotti rilasciati in modalità Open source
8. Va privilegiato l’apprendimento cooperativo anche attraverso l’uso di strumenti social.
9. Le lezioni dovranno avvenire attraverso l’interazione continua degli studenti, direttamente durante la lezione e attraverso blog o altre forme di comunicazione digitale.
10. L’università non è un luogo chiuso ma deve aprirsi all’esterno, deve permettere la contaminazione tra diverse realtà, il legame con il territorio dovrà essere forte e così pure lo scambio con altre università e con altri ambienti: l’università orienta al mondo del lavoro.
11. I docenti devono predisporre degli strumenti per una valutazione continua, costante e anonima della qualità della didattica, rendere pubblici i risultati e mettere in atto azioni di miglioramento continuo.
A distanza di quattordici anni dalla prima edizione il Manifesto necessita di essere aggiornato, migliorato, attualizzato.
Questa pagina ospiterà le riflessioni e le proposte per un nuovo Manifesto.