L’odissea di Odissea 2000

L’Acquapark di Rossano, nel comune di Corigliano Rossano in provincia di Cosenza, nasce nel 1995 come attrattiva all’interno del villaggio vacanze Nausicaa. Pian piano, grazie alla visione lunga dei proprietari, acquista sempre più spazio, diventa più grande, fino ad affermarsi sul panorama nazionale. Nasce quindi Odissea 2000. Un parco acquatico tematico, con ristoranti, aree svago, una tra le realtà più importanti del centro Sud, nel 2008 riceve il premio Parksmania Awards come parco dell’anno, ma anche in tutta Italia. Citato su wikipedia, con migliaia di recensioni positive su TripAdvisor che lo ha inserito nel 2019 nella classifica Top 25 Mondo. Una realtà economica importante, soprattutto nel territorio calabrese. Nei tre mesi estivi, dà lavoro a più di duecento persone e arriva a ospitare fino a 150mila visitatori a stagione. Numeri più che importanti. Ora è fermo, la fase 2 non ha dato alcuna risposta ai gestori di parchi tematici. La fase 3 sembra attestarsi sulle stesse identiche posizioni: Incertezza.

Abbiamo sentito Milena Marino, la direttrice del parco, di proprietà della famiglia, in tema di lockdown e ripresa. Siamo partiti dall’inizio della pandemia, da come sia da imprenditrice che da donna ha vissuto l’emergenza coronavirus.

“Nel momento in cui è stato deciso il lockdown si sono fermate le vite di molti di noi, credo sia stato per tutti in egual misura fortemente destabilizzante. Nella fase iniziale abbiamo dovuto tutti fare i conti con la paura per il contagio e la partecipazione corale al dolore per i lutti a cui subito dopo si è aggiunta l’incertezza per il futuro. Credo sia stata e tutt’ora sia un’esperienza non paragonabile ad altro già vissuto”.

 

L’importanza del turismo dei parchi tematici

 

Ora siamo nella fase 2, immagino ci siano molte restrizioni per un tipo di attività come la vostra a livello sanitario, o sbaglio?

“Purtroppo ancora non abbiamo indicazioni sulle restrizioni ed invero neppure sulla data di una possibile riapertura. Il settore dei parchi divertimento, uno dei settori trainanti del comparto turistico che, senza considerare l’indotto, conta oltre 25.000 occupati e 450 milioni di euro di fatturato a livello nazionale, è stato completamente dimenticato dal Governo. Alcune regioni come il Veneto, l’Emilia Romagna ed il Lazio hanno già comunicato le date di apertura e hanno in fase di elaborazione i protocolli specifici. Attendiamo le decisioni della Regione Calabria per capire quali saranno le restrizioni e conseguentemente prendere delle decisioni”.

Se non doveste riaprire quanto peserà una chiusura come la vostra in termini occupazionali?
“Odissea 2000 a pieno regime occupa direttamente oltre 100 persone alle quali però vanno aggiunti gli occupati di tutto l’indotto e per indotto mi riferisco non solo alle aziende che direttamente collaborano con noi, fornitori, ditte esterne di manutenzione, pulizia, animazione solo per fare degli esempi, ma anche all’indotto territoriale indiretto anzitutto in termini di pernottamento collegato al nostro parco. Centinaia di posti di lavoro quindi che purtroppo andranno in fumo”.

Oltre alle misure della cassa integrazione e a quelle sui mutui sono stati erogati dei bonus per la vacanze. Crede siano sufficienti oppure pensa, come altri imprenditori,  che sarebbe stato più utile puntare su misure per la stimolazione del consumo come dei crediti d’imposta in modo da poter ricreare un clima di fiducia che è il vero carburante dell’economia?
“Il comparto che maggiormente soffrirà a causa delle restrizioni imposte per fronteggiare la pandemia in atto è proprio quello turistico, un comparto che rappresenta ben il 13% del PIL nazionale. É evidente che saremo difronte ad una notevole riduzione dei flussi di visitatori che conseguentemente determinerà un forte contrazione del fatturato a fronte di un aggravio dei costi per le imprese da sommare per alcuni anche al fermo totale per i mesi di lockdown. Come conseguenza di tutto ciò molte aziende si sono già determinate a non riaprire, lo scenario è quello di una possibile paralisi economica dell’intero settore. Ciò di cui c’è effettivamente bisogno in questo momento è un finanziamento a fondo perduto finalizzato al sostegno alla riapertura, come già fatto nell’immediato in altri paesi europei”

Le mancate risposte al settore del turismo

 

È ipotizzabile una riapertura almeno parziale delle vostre attività o una trasformazione, un riutilizzo cercando di seguire le direttive sanitarie emanate dalle autorità?

“Al momento non abbiamo ancora le direttive sanitarie per il nostro settore, appena saranno predisposte prederemo le nostre decisioni e valuteremo tutte le possibili alternative, ma certo pensare ad una trasformazione nell’immediato mi sembra irrealistico. Siamo già alla fine di maggio, strutture come la nostra hanno bisogno di un periodo che va dai 40 ai 60 giorni per la riapertura su una stagione turistica che va da giugno a settembre”.

Come cambierà la socialità, quindi anche il modo di stare insieme e di fare le vacanze, questa pandemia che stiamo affrontando?
“Sicuramente per un po’ dovremo fare i conti con le limitazioni alla mobilità, il distanziamento interpersonale ed adottare delle abitudini e stili di vita diversi da quelli a cui siamo abituati.

La socialità però non è necessariamente contatto fisico, è soprattutto condivisione di esperienze.

Potremo continuare a viaggiare, a condividere la tavola con i nostri amici, ad emozionarci per un concerto o un’opera teatrale, a divertirci in un parco acquatico, solo in modo diverso.

Probabilmente dovremo imparare dai comportamenti di altri popoli, meno fisici di noi mediterranei, ma sono certa che sapremo mantenere tutto il calore delle nostre emozioni e che continueremo ad essere capaci di trasmettere questo calore ed entusiasmo per la vita a tutti coloro che vorranno visitare il nostro Paese”.

Si dice che ogni volta che c’è una crisi c’è anche un’opportunità. Lei come vede gli scenari futuri per il nostro paese?

“Più che il detto “per ogni crisi c’è un’opportunità” preferirei citare il proverbio “di necessità virtù”. Gli italiani ed in particolare i meridionali hanno sempre mostrato una grande capacità di resilienza, sono sicura che sapremo adattarci e riusciremo a superare anche questa crisi, i tempi di recupero e l’entità dei danni dipenderanno dalle forze reali e non solo di propaganda che i nostri governanti sapranno mettere in campo”.

 

Mita Borgogno

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